Il mistero della strega dei Bell - Prima Parte

La storia dei Bell si svolge durante i primi anni del 1800. E' il periodo dei primi coloni americani e forse spinto dalle stesse ragioni, John Bell decide di trasferirsi con l'intera famiglia dalla Carolina del Nord nella contea di Robertson, vicino al fiume Red River nel Tennessee stabilendosi nel piccolo paesino di Adams. Lì il già ricco possidente terreriero espanderà le sue proprietà terriere e le sue attività, acquistando insieme a grandi proprietà fondiare anche un discreto potere economico e finanziario che ne farà uno dei più importanti e rispettati raprresentanti di quella piccola comunità. Per John, sua moglie Lucy e loro figli è sicuramente un periodo di grande tranquillità e prosperità, che però non durerà ancora per molto.

Se una data deve cercarsi è quella non meglio precisata dell'anno 1817. John Bell si trova a ispezionare alcuni campi di cereali quando intravede qualcosa che si muove dinanzi a lui. Un animale selvatico non è certamente un incontro strano o imprevisto, ma quello che incrocia lo sguardo di John è un animale che somiglia ad un cane fatta eccezione per un particolare non di poco conto. Quella che vede non è la testa di un cane, ma quella di un coniglio. Qualunque cosa sia quell'essere che si trova davanti a lui non somiglia certamente a qualcosa di già visto: un cane con la testa da coniglio. Il signor Bell non esita un attimo e imbracciato il fucile spara un paio di colpi in direzione dell'animale che però non riesce a colpire, e fugge. Per John Bell quell'incontro poteva anche essere catalogato fra gli incontri inaspettati con qualche animale selvatico frutto di chissà quali "liberi accoppiamenti" e la sorpresa del momento avrà fatto tutto il resto, lasciando intrevedere una stranezza là dove con maggiore calma e tranquillità era possibile vedere null'altro che un semplice animale. John Bell ritorna nella sua casa padronale di legno, che si trova in mezzo ai campi. Ma la sua giornata di stranezze non è certamente finita. Verso sera dei suoni, dei colpi contro le pareti della casa iniziano a catturare l'attenzione della famiglia Bell. I rumori iniziano ad aumentare d'intensità di notte in notte e a nulla serviranno i continui controlli da parte di Johm Bell e dei suoi figli. La loro caccia al responsabile si dimostra sempre infruttuosa e il responsabile di tutto cio, chiunque o qualunque cosa sia è ormai deciso a fare della famiglia Bell il suo passatempo preferito.

Ben presto però i Bell non dovranno fari più i conti, o non più soltanto, con quei misteriosi colpi alle pareti; i figli iniziano adesso a riferire di strani suoni provenienti dall'interno delle loro stanza da letto: rumori simili a dei topi che rosicchiano le testiere dei letti e ancora coperte tirate via con forza e cuscini che vengono scagliati per terra da forze misteriose. Da forze misteriose che mesi dopo si manifesteranno con voci e lamenti che, seppure difficilmente percepibili, sembrano appartenere ad una vecchia donna intenda ad intonare preghiere interrotte da lameni e pianti. E' Betsy, la più giovane della famiglia Bell, a diventare ben presto la prova evidente del fatto che in quella casa il peggio è ancora tutto da scoprire. L'entità inizia a prendere di mira la giovane che sarà oggetto di vere e proprie violenze fisiche. Schiaffi sul viso, capelli tirati e strappati con forza, colpi su varie parti del corpo che procureranno a Betsy lividi e segni che rimarranno ben visibile anche dopo giorni. La situazione in casa Bell a quel punto non può più essere presa alla leggera. Se prima i rumori e le voci potevano essere in qualche modo ignorati, quello che succedeva alla loro piccola non lo era. I Bell, ormai stremati e logorati da tutto ciò, cercano aiuto e conforto tra i loro amici. Primi testimoni degli avvenimenti di casa Bell sono i Johnstone, vicini della famiglia. Inizialmente scettici i coniugi si ricredeno dopo una terrificante notte trascorsa fra le mura di quella casa, assistento e subendo molti dei fenomeni che i Bell avevano loro descritto. Nonostante la comprensibile paura, James Johnston quella stessa notte riuscì a comunicare con la maleficà entità chiedendo "In nome di Dio" il motivo della usa presenza. Per tutta risposta la presenza parve tranquillizzarsi e per quella notte non si manifestò più.

La voce intanto si diffonde presso il resto della comunità viene a conoscenza dei fatti e la stessa entità inizia a manifestarsi oltre le mura di casa Bell. La voce adesso risulta essere molto più comprensibile e chiara, continuando a cantare e recitare inni e salmi, versi della Bibbia. Inoltre in due differenti occasioni l'entità stabilisce pure un contatto "intelligente" recitando perfettamente il testo di alcuni sermoni letti in una chiesa che si trovava a circa tredici miglia da Adams. La curiosità aumenta, raggiungendo pure la città di Nashville e richiamando ad Adams studiosi più o meno improvvisato o semplici curiosi. Tra questi spicca, per importanza storica, anche un famoso generale e poi futuro presidente degli Stati Uniti: il generale Andrew Jackson. Sotto il suo comando John Bell aveva
combatutto nella battaglia di New Orleans e i due erano rimasti, se non in un rapporto di stretta amicizia, almeno di reciproca conoscenza. Jackson decise di avventurarsi fino ad Adams, con un gruppo di militari al seguito, spinto dalla curiosità e dalla voglia di far luce sul mistero. La sua curiosità fu subito soddisfatta. Poco prima di arrivare alla casa dei Bell, il gruppo capitanato da Jackson su costretto a fermarsi: i cavalli si fermarono improvvisamente con l'intenzione di non voler muovere un altro passo. Irritato dell'accaduto Jackson sente una voce che promette che lo lascerà passare senza ulteriori contrattempi, aggiungendo che ben presto si sarebbero nuovamente incontrati. Il gruppo giunge senza ulteriori intoppi a casa Bell. Lì Jackson si appresta a passare la notte insieme a John Bell e durante il loro colloquio un soldato irrompe con prepotenza in casa affermando di essere un cacciatore di spiriti in grado di poter uccidere la strega con la sua pistola. La baldanza del giovane dura poco. Il soldato è sogget a qualcosa simile a degli attacchi epilettici e viene colpito ripetutamente. E' come se qualcuno lo stesse picchiando. Solo che quel qualcuno se c'era non era visibile. La voce si rifà viva e ripete che ben presto anche un altro impostore verrà scoperto. Jackson non regge la tensione e spaventato per quanto successo decide che è meglio passare la notte fuori con il resto dei suoi soldati. Il giorno dopo Jackson ritornerà sui suoi passi insieme a tutta la sua compagnia.

Nel 1920 la salute di John inizia a venir meno e il capofamiglia è costretto a subire un ritorno di odio nei suoi confronti da parte della strega che arriva a minacciarlo di morte. Subisce percosse, schiaffi, soprusi e scherzi di ogni tipo. Ma nel contempo l'entità ha un comportamento diverso con gli altri componenti della famiglia. La moglie Lucy, in un periodo di malattia, sarà oggetto delle attenzioni della strega, che la coprirà di premure e arriverà addirittura a regalarle delle noccioline. Per il suo compleanna Betsy riceverà in don un cesto di frutta apparso dal nulla e,a detta della voce, proveniente direttamente dalle Indie . Ma in quel periodo si manifesta anche l'odio razziale dell'entità che coprirà di insulti razzisti gli schiavi dei Bell, odio che si manifesta sopratutto nei confronti di una schiava di nome Andy che in un occasione fu ricoperta da una schiuma di colore bianco simile a bava ectoplasmatica. Il 20 dicembre dello stesso anno John Bell esala l'ultimo respiro, colpito da una serie di attacchi aploplettici?. Accanto al corpo privo di vita uno dei figli, però, nota una piccola fiala contenente uno strano liquido. Un pò del contenuto viene sommistrato a un gatto che muore all'istante. Di chi era quella fiale? E' stato quel liquido a provocare gli attacchi apoplettici? La voce della strega si materializza, fugando ogni dubbio. E' stata lei a somministrare la sera prima quel misterioso liquido allo sfortunato John. A riprova del fatto alla fine delle esequie la voce si manifestò un'altra volta alla famiglia Bell lasciandosi andare ad frastornante suono di risa.

Il tempo intanto passa e la piccola Betsy adesso è una giovane ragazza a cui non mancano le attenzione amorose di un giovane del luogo, tale Joshua Gardner. Il corteggiamento del giovane, però, non è visto con intersse soltanto da Betsy. La voce spirito infatti non manca di manifestare il suo disappunto per la storia con il giovane Gardner. L'insistenza della strega convince Betsy , seppure contro voglia, a rompere il fidanzamento. Era la domenica di Pasqua del 1821. Da quel giorno le manifestazioni della strega diminuirono. Ma il 21 aprile dello stesso anno la strega presenziò alla cena di famiglia, dicendo ad alta voce che sarebbe scomparsa per riapparire esattamente sette anni dopo. Dopo quel giorno le
manifestazioni cessarono completamente ma esattamente sette anni dopo, nel 1828 la strega ritornò a manifestarsi. Ma tutto sembrava cambiato rispetto a prima. L'entintà non si manifestò più con la violenza degli anni precendenti. Il figlio John Bell Junior fu il prescelto della famiglia Bell. Le comunicazioni con la strega furono dei dialoghi sulla religione, sul senso della vita, sulla spiritualità e non mancarono anche delle premonizioni abbastanza dettagliate su alcuni importanti avvenimenti storici di là da venire: la Guerra Civile, la Prima Guerra Mondiale, la Grande Depressione e la Seconda Guerra Mondiale. Dopo queste ultime apparizioni la strega sparì completamente, promettendo nella sua ultima visita di riapparire 107 anni dopo ed esattamente nel 1935. Charles Bailey Bell, il discendente dei Bell più vicino a John Bell Junior doveva essere il probabile testimone dell'apparizione promessa dalla strega. Ma ad oggi la strega non è più apprasa anche se alcuni affermano che proprio nel 1935 la strega sia effettivamente apparsa nel podere dei Bell.


venerdì 26 giugno 2009

La leggenda della Baronessa di Carini

Sacra Catholica Real Maestà,
don Cesare Lanza, conte di Mussomeli, fa intendere a Vostra Maestà come essendo andato al castello di Carini a videre la baronessa di Carini, sua figlia, come era suo costume, trovò il barone di Carini, suo genero, molto alterato perchè avia trovato in mismo istante nella sua camera Ludovico Vernagallo suo innamorato con la detta baronessa, onde detto esponente mosso da iuxsto sdegno in compagnia di detto barone andorno e trovorno detti baronessa et suo amante nella ditta camera serrati insieme et cussì subito in quello stanti foro ambodoi ammazzati.

Don Cesare Lanza conte di Mussomeli

Con questo memoriale, presentato al Re di Spagna Filippo II, don Cesare Lanza si giustificò dall’accusa di omicidio della figlia Laura e dell’amante Ludovico Vernegallo, adducendo a suo favore la formula, riconosciuta dal diritto dell’epoca, del delitto d’onore, quell’onore macchiato dall’adulterio perpretato dalla figlia già sposa al Barone di Carini.
Di questo delitto restano come uniche notizie l’atto di morte registrato presso la Chiesa Madre di Carini recante la data del 4 dicembre 1563 e poche altre notizie riportate omettendo i nomi degli interessati, una ballata popolare che racconta la leggenda e un fantasma, quello di Laura, che si aggirerebbe alla ricerca di una risposta che forse nessuno ormai sa.

Un po’ di storia – Siamo nella Sicilia del 1500, don Cesare Lanza, barone di Trabia e conte di Mussomeli è un uomo potente, dal carattere duro e violento, vicino al viceré Ferrante Gonzaga e all' imperatore Carlo V. Ma questi stretti rapporto non gli serviranno a molto quando, per una questione di confini territoriali, fa uccidere un magistrato di Termini Imerese. Accusato del delitto, il Vicerè non può far altro che incriminarlo e disporre la confisca dei beni del conte.
Per sfuggire all’arresto il Lanza scappa a Bruxelles, alla corte di Carlo V a cui si affianca nella guerra di Germania e nella spedizione di Algeri.
Conclusa questa avventura don Cesare fa ritorno a Palermo grazie all’assoluzione datagli dal monarca con questo rescritto:

“Sia il Maestro Portulano Don Cesare Lanza, nostro diletto, perdonato e assolto, reintegrato nelle cariche nel possesso dei beni”

Qui Cesare Lanza si sposerà con una ricca vedova, Lucrezia Gaetani da cui avrà due figlie: Laura e Costanza.
Appena 14 enne, la giovane
Laura fu data in sposa a Vincenzo La Grua - Talamanca, signore e barone di Carini, discendente di un’antica famiglia Pisana approdata in Sicilia intorno al 1300.
Ma la piccola Laura mal può adattarsi alla vita coniugale con un barone molto più vecchio di lei, interessato soltanto alla caccia e alla cura dei suoi interessi economici. Così la giovane sposa, abituata agli sfarzi della Palermo nobile e lasciata quasi sempre sola nel castello di Carini, ritorna spesso nel capoluogo siciliano.
Qui la Baronessa di Carini incontra il giovane Ludovico Vernagallo, la cui famiglia si trova a frequentare quella dei la Grua per motivi sia economici che familiari (lo zio di Ludovico sposò infatti una La Grua).
Inevitabilmente tra i due giovani nasce qualcosa, ma quel qualcosa condannerà la vita dei due giovani.

Tra storia e leggenda – Ben presto lo stretto rapporto tra Ludovico e Laura si fa più vivo, i due giovani iniziano a frequentarsi anche al di fuori delle feste palermitane e le visite di Ludovico, aiutate dalla presenza di un feudo dei Vernegallo non distante dalla dimora dei La Grua, al Castello di Carini si fanno sempre più frequenti.
Che i due siano realmente amanti, che da questa avventura amorosa siano nati dei figli, o che tra i due ci fosse soltanto una profonda amicizia non è chiaro. Ciò che è chiaro è quello che avvenne successivamente. Il Vicerè di Sicilia infatti in alcuni documenti rende noto alla Corte di Spagna che il Conte Cesare Lanza aveva ucciso la figlia Laura e il giovane Vernegallo. Un’altra versione vuole la giovane Laura uccisa e il Vernegallo fuggito nottetempo dalla Sicilia in abiti monacali e successivamente morto di vecchiaia.
La leggenda racconta che la notte del 4 dicembre del 1563, complice un monaco che avvisò della presenza di Ludovico nel castello, il padre della ragazza, accompagnato da un seguito di cavalieri per impedire qualsiasi via di fuga agli adulteri, fece irruzione nel castello e trovando i due amanti a letto li uccise.
Più tardi sopraffatto dal rimorso don Cesare si rifugiò nel castello di Mussumeli., mentre il Barone di Carini trovò consolazione convolando a nozze con una nobile spagnola, Ninfa Ruiz.

Il fantasma di Laura – La stanza in cui avvenne l’assassinio è situata nell’ala ovest del castello, ormai quasi del tutto crollata. La leggenda vuole che su una parete di quella stanza fosse rimasta l’impronta della mano insanguinata della giovane baronessa. Quella stessa impronta pare appaia ogni anno la notte del 4 dicembre a ricordo dell’evento , mentre il fantasma senza pace di Laura vaga nel castello.
Altre storie raccontano che il fantasma di Laura appaia tutt’oggi nel castello di Mussumeli, alla ricerca di quel padre che lì si nascose dopo l’omicidio.
Secondo gli abitanti del paese donna Laura apparirebbe in tutti il suo splendore in un abito del 500 dalla gonna di seta ampia e un corpetto sul quale avvolge uno scialle, vagando per le stanze del castello o mentre si reca verso la Cappella dove, una volta giunta, si inginocchia e prega. Forse nella speranza di comprendere ciò che spinse sua padre a quell’orribile gesto.

sabato 14 febbraio 2009

La leggenda di "Bloody Mary"

Il rituale - Il rito di evocazione è abbastanza semplice (quindi anche se avete un azz da fare vi ruberà poco tempo): porsi ad una data ora della notte (preferibilmente, si avete indovinato, mezzanotte) dinanzi ad uno specchio, nella quasi totale oscurità con la lieve luce di una semplice candela a rischiarare il tutto quanto basta. Poi recitare il nome di Bloody Mary e dallo specchio emergerà il volto di una donna rimasta pazientemente in attesa di qualcuni che la convochi.

La più semplice delle leggende (se ne contanto moltissime versioni) vuole che il volto della Mary che emergerà dallo specchio appartenga ad una ragazza realmente vissuta, che circa 100 anni fa morì a causa di un incidente stradale che le sfigurò in maniera orrenda il visto. Una volta chiamata allo specchio, Mary affonderebbe le sue unghie sul volto del malcapitato, sfigurandolo orribilmente fino a causarne la morte. Altre volte apparirebbe con un coltello nella mano, pronta a colpire. In altri casi si dice che Mary catturi la persona e la trascini con se per farle scoprire cosa c'è oltre lo specchio. Infine in altri casi Mary si limiterebbe a rispondere alla persona che l'ha invocata, predicendole il futuro.

Un'altra versione vuole che la leggenda si rifaccia ad un personaggio storico: la Regina Maria I d'Inghilterra, che regnò dal 1553 al 1558 e passata alla storia con l'appellativo di "Bloody Mary" a causa delle sue violente e sanguinose persecuzioni nei confronti dei protestanti.

Il mito di Miami - Di sicuro c'è una leggenda urbana che è stata oggetto nel 1997 di un articolo della giornalista Lynda Edward apparo sul Miami New Times: "Myths Over Miami". Nell'articolo la Edward ha analizzato varie leggende metropolitane raccontate dai sensatetto e dai ragazzi e ragazze di strada della città di Miami. La più interessante riguarda per l'appunto la leggenda di "Bloody Mary", già presente in gran parte delle culture americane, una donna che probabilmente ha perso in modo violento il suo piccolo o il suo futuro nasciture e che secondo la leggenda si nutrirebbe della sofferenza dei bambini morti violentemente a causa di scontri a fuoco. La donna apparirebbe nei luoghi delle sparatorie con gli occhi grondandi lacrime di sangue e la sua apparizione è presagio per chi la vede che la sua morte è vicina. Naturalmente è vietato raccontare agli altri di averla vista, poichè ciò significherebbe destinare a morte sicura l'eventuale confidente.
Bloody Mary a quel punto uscirebbe dallo specchio con l'intenzione di mutilare il bambino che l'ha chiamata e infine ucciderlo. La leggenda di Miami vuole che per spezzare l'evocazione sia necessario immergere lo specchio nelle acque dell'oceano.

Quella che si racconta a Miami è una leggenda già conosciuta in Messico, nell'America Latina e negli Stati Uniti, prevalentemente nelle comunità messicane e latine. Pur con le facilmente intuibili variazioni che la leggenda, soprattutto in merito al vissuto della donna, subisce a seconda del luogo in cui la leggenda è raccontata, è possibile ritrovare a grandi linee dei punti di comunanza fra le varie storie.

La storia di Llorna - La leggenda ha come protagonista una bellissima donna chiamata La Llorna (che in spagnolo significherebbe approssimativamente "La donna che piange") che va in sposa (consensiente o costratta non importa) o fu sedotta, (a seconda delle versioni) da un uomo con cui avrà molti figli. Ben presto l'uomo lascerà da sola la donna nella completa povertà e con il peso di dover crescere la prole. I motivi che spingono l'uomo ad abbandonare la sua "famiglia" variano anch'essi al variare della versione raccontanta: o perchè innamorato di un altra donna, o per cercare lavoro o ancora perchè incapace di far fronte ai bisogni della famiglia, in ogni caso l'epilogo tragico è comune a tutte le varianti.
Rimasta sola, in preda alla disperazione e allo sconforto, La Llorna decide di uccideri i propri figli. La maggior parte delle versioni sono concordi nell'affermare che la donna decise di annegare i bambini in un fiume: per "salvarli" da una vita di povertà, per essere libera di trovarsi un altro uomo oppure per rivalsa nei confronti dell'uomo che l'ha abbandonata. La donna poi in preda alla disperazioni si lasciò morire annegando insiema a loro. Dopo la sua morte La Llorna divenne uno spirito (si dice uno Banshee Irlandese) che apparirebbe alla ricerca dei propri figli.
Inoltre il suo spirito sarebbe presagio di morte. Apparirebbe per annunciare la morte di coloro a cui farebbe visita, vestita di bianco o di nero, gli occhi pieni di lacrime confuse con il sangue e una grandissima bocca spalancata simile a quella di un cavallo.

sabato 20 dicembre 2008

Bimbo Ruth e la maledizione dei Boston Red Sox

Un' infanzia difficile - George Ruth Junior nasce il 6 Febbraio 1895 a Baltimora, da Kate Schamberger e George Ruth. Degli altri sette figli avuti dalla coppia, soltanto il George Junior e la sorella Marnie sopravvissero oltre l'infazia. Ma le scarse condizioni economiche in cui versavano i coniugi Ruth costrinsero quest'ultimi ad affidare il loro figlio all'ordine gesuita dei frati Saveriani, i quali iscrissero il piccolo George ad una scuola professionale industriale, la St. Mary School. La Saint Mary più che un colleggio era una struttura a metà strada tra una prigione e un orfanotrofio che ospitava circa 800 ragazzi.
Con il passare del tempo le visite dei coniugi Ruth al figlio iniziarono a diminuire fino a terminare del tutto e George Junior si ritrovò ben presto solo e senza una famiglia.

Il baseball e il soprannome "The Bimbo" - Come per molti altri ragazzi, anche per George (che nel frattempo si divideva fra zuffe e litigi con altri ragazzi) il basball divenne un modo per sfogare i suoi problemi. Ma George non era un ragazzo qualunque e lo dimostro immediatamente. Era in grado di coprire qualsiasi ruolo, mostrava una grande abilità nel colpire la palla ed era anche un ottimo pitcher. Qualità che non potevano passare inosservante e che infatti colpirono Jack Dunn manager dei Baltimore Orioles una squadra che militava in una lega minore, la International League. A 19 anni George entra ufficialmente a far parte del mondo del basball.
Secondo la leggenda, fu durante una partita dei Baltimore Orioles che uno dei giocatori vedendo il viso e la giovane età di George esclamò "Ehi, ecco un altro Bimbo di Jack", decretando per sempre il soprannome con cui George Ruth passerà alla storia: Bimbo Ruth.
Dopo soli cinque mesi di permanenza negli Orioles Bimbo Ruth fu ceduto ai Boston Red Sox. E' il 1918 e con Ruth in campo i Boston vinsero il loro quinto titolo, traguardo fino a quel momento mai raggiunto da nessun'altra squadra.

La maledizione di Ruth - Ma la carriera di The Bimbo ai Boston dura poco, nel dicembre del 1919 il proprietario, Harry Frazee, cede il loro miglior giocatore ai New York Yankees. George "Bimbo" Ruth prese a male la cessione, per lui significava passare dalla squadra campione a una squadra senza alcun palmares nè vittorie importanti. Da questo momento inizia quella che viene chiamata "la maledizione di Ruth" contro i Boston Red Sox.
Si racconta infatti che alcuni giornalisti sentirono il giovane giocatore imprecare contro la sua ex squadra contro la quale Ruth lanciò addirittura una maledizione.
Per i New York Yankees l'arrivo di "Bambino" segna un periodo di strepitose vittorie che inizia proprio nel 1919. Da quell'anno in poi gli Yankess giocarono, tra il 1919 e il 2003, 39 finali e portando per 26 volte il titolo a casa. Sorte ben più amara tocca ai Red Sox che ceduto George Ruth cadono in periodo nerissimo che li vede lontani da titoli e vittorie importanti.
Leggenda o meno che sia la maledizione lanciata da "Bimbo" i Boston non parteciparono World Series fino al 1948 dove furono sconfitti da St. Lousi all'ultimo gioco, dell'ultimo inning di gara sette.
Nel 1946 Boston partecipò alle world serie per la prima volta dal 1918, perdendo contro St. Louis all'ultimo gioco, dell'ultimo inning di gara sette;
Nel 1948 perse il primo spareggio della storia del baseball MBL e non riuscì ad accedere alle finali. Mentre l'anno seguente fu sconfitta nell'ultima giornata della stagione regolare contro gli Yankees, perdendo così la possibilità di disputare le fasi finali.
Nel '67 furono nuovamente sconfitti da St. Luis nell'ultima gara della World Series.
Durante la stagione del 1972 una partita fu sospesa per pioggia e Boston decise di non rigiocarla, perdendo così il titolo divisionale.
Nel 1975 persero nuovamente le world series in gara sette, dopo essere stati in vantaggio 3-0 nella partita decisiva;
Nel 1978 Boston perse il secondo spareggio della storia MLB, contro gli Yankees, dopo aver dilapidato un vantaggio di 14 partite accumulato nel corso della stagione;
Nel 1986, in gara 6, in vantaggio per 3-2 nella serie e con i New York Mets ad una sola eliminzaione dalla sconfitta, Boston si gioca il titolo con un incredibile erroe difensivo che reagala gli avversari la vittoria dell'incontro. New York pareggia la serie e vince il titolo in gara sette.
Dal 1988 al 1990 Boston partecipa ancora a cinque play off, perdendoli tutti per 4 partite a zero;
Nel 2003 Boston perde la finale divisionale all'undicesimo inning di gara sette.

Tanti tentavi - Nel corso degli anni furono tentani molti "rituali" per scacciare la maledizione lanciata da Bimbo nel 1919. Un cappello dei Boston Red Sox fu portato fino in cima all' Everest, mentre un cappello degli Yankees veniva fatto bruciare nel campo base.
Fu pure chiamato un esorcista a purificare il Fenway Park, lo stadio degli Yankees e addirittura si c'erò di recuperare un vecchio pianoforte che, si dice, Ruth scaglio in acqua quando apprese la notizia del trasferimento agli Yankees.

Fine della maledizione - Ma nel 2004 la presunta maledizione sembra essere spezzata. Una battuta di Manny Ramirez andò fuori campo in zona foul, cadendo sul pubblico. Tra gli spettatori ad assistere alla partita c'era un giovane sedicenne, Lee Gavin tifoso di Ramirez e dei Boston , che fu colpito in pieno volto dalla palla scagliata fuori da Ramirez che gli ruppe due denti. Il ragazzo in quel periodo abitava nella stessa fattoria abitata da Ruth in quel fatidico 1919.
Quello stesso anno gli Yankees subirono la sconfitta più pesante della loro storia mentre con una spettacolare rimonta, proprio ai danni degli Yankees, i Boston Red Sox riconquistarno quel titolo che mancava dal 1919.

mercoledì 17 dicembre 2008

Benvenuti

Benvenuti.


Questo blog nasce semplicemente come un luogo dove raccontare storie che hanno a che fare con il mistero e il paranormale.
Non è mia intenzione far luce sulla bontà o meno dei fatti, mi limito soltanto a raccontare la storia in se non a riportare giudizi sulla veridicità o meno di quanto accaduto, non è mio compito. Che siano credibili o meno i fatti raccontati non importa, mi interessa la storia in se e il fascino che essa racchiude.

Pertanto qui non troverete spiegazioni o osservazioni pro o contro tali avvenimenti. Troverete soltanto delle storie e il piacere di raccontarle.

Per quanto sia affascinato dal mondo del paranormale o dei misteri in genere, questo interesse non nasce per partito preso, sia esso pro o contro l’esistenza o meno del paranormale.


Buona lettura

domenica 14 dicembre 2008

 
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