La leggenda della Baronessa di Carini

Sacra Catholica Real Maestà,
don Cesare Lanza, conte di Mussomeli, fa intendere a Vostra Maestà come essendo andato al castello di Carini a videre la baronessa di Carini, sua figlia, come era suo costume, trovò il barone di Carini, suo genero, molto alterato perchè avia trovato in mismo istante nella sua camera Ludovico Vernagallo suo innamorato con la detta baronessa, onde detto esponente mosso da iuxsto sdegno in compagnia di detto barone andorno e trovorno detti baronessa et suo amante nella ditta camera serrati insieme et cussì subito in quello stanti foro ambodoi ammazzati.

Don Cesare Lanza conte di Mussomeli

Con questo memoriale, presentato al Re di Spagna Filippo II, don Cesare Lanza si giustificò dall’accusa di omicidio della figlia Laura e dell’amante Ludovico Vernegallo, adducendo a suo favore la formula, riconosciuta dal diritto dell’epoca, del delitto d’onore, quell’onore macchiato dall’adulterio perpretato dalla figlia già sposa al Barone di Carini.
Di questo delitto restano come uniche notizie l’atto di morte registrato presso la Chiesa Madre di Carini recante la data del 4 dicembre 1563 e poche altre notizie riportate omettendo i nomi degli interessati, una ballata popolare che racconta la leggenda e un fantasma, quello di Laura, che si aggirerebbe alla ricerca di una risposta che forse nessuno ormai sa.

Un po’ di storia – Siamo nella Sicilia del 1500, don Cesare Lanza, barone di Trabia e conte di Mussomeli è un uomo potente, dal carattere duro e violento, vicino al viceré Ferrante Gonzaga e all' imperatore Carlo V. Ma questi stretti rapporto non gli serviranno a molto quando, per una questione di confini territoriali, fa uccidere un magistrato di Termini Imerese. Accusato del delitto, il Vicerè non può far altro che incriminarlo e disporre la confisca dei beni del conte.
Per sfuggire all’arresto il Lanza scappa a Bruxelles, alla corte di Carlo V a cui si affianca nella guerra di Germania e nella spedizione di Algeri.
Conclusa questa avventura don Cesare fa ritorno a Palermo grazie all’assoluzione datagli dal monarca con questo rescritto:

“Sia il Maestro Portulano Don Cesare Lanza, nostro diletto, perdonato e assolto, reintegrato nelle cariche nel possesso dei beni”

Qui Cesare Lanza si sposerà con una ricca vedova, Lucrezia Gaetani da cui avrà due figlie: Laura e Costanza.
Appena 14 enne, la giovane
Laura fu data in sposa a Vincenzo La Grua - Talamanca, signore e barone di Carini, discendente di un’antica famiglia Pisana approdata in Sicilia intorno al 1300.
Ma la piccola Laura mal può adattarsi alla vita coniugale con un barone molto più vecchio di lei, interessato soltanto alla caccia e alla cura dei suoi interessi economici. Così la giovane sposa, abituata agli sfarzi della Palermo nobile e lasciata quasi sempre sola nel castello di Carini, ritorna spesso nel capoluogo siciliano.
Qui la Baronessa di Carini incontra il giovane Ludovico Vernagallo, la cui famiglia si trova a frequentare quella dei la Grua per motivi sia economici che familiari (lo zio di Ludovico sposò infatti una La Grua).
Inevitabilmente tra i due giovani nasce qualcosa, ma quel qualcosa condannerà la vita dei due giovani.

Tra storia e leggenda – Ben presto lo stretto rapporto tra Ludovico e Laura si fa più vivo, i due giovani iniziano a frequentarsi anche al di fuori delle feste palermitane e le visite di Ludovico, aiutate dalla presenza di un feudo dei Vernegallo non distante dalla dimora dei La Grua, al Castello di Carini si fanno sempre più frequenti.
Che i due siano realmente amanti, che da questa avventura amorosa siano nati dei figli, o che tra i due ci fosse soltanto una profonda amicizia non è chiaro. Ciò che è chiaro è quello che avvenne successivamente. Il Vicerè di Sicilia infatti in alcuni documenti rende noto alla Corte di Spagna che il Conte Cesare Lanza aveva ucciso la figlia Laura e il giovane Vernegallo. Un’altra versione vuole la giovane Laura uccisa e il Vernegallo fuggito nottetempo dalla Sicilia in abiti monacali e successivamente morto di vecchiaia.
La leggenda racconta che la notte del 4 dicembre del 1563, complice un monaco che avvisò della presenza di Ludovico nel castello, il padre della ragazza, accompagnato da un seguito di cavalieri per impedire qualsiasi via di fuga agli adulteri, fece irruzione nel castello e trovando i due amanti a letto li uccise.
Più tardi sopraffatto dal rimorso don Cesare si rifugiò nel castello di Mussumeli., mentre il Barone di Carini trovò consolazione convolando a nozze con una nobile spagnola, Ninfa Ruiz.

Il fantasma di Laura – La stanza in cui avvenne l’assassinio è situata nell’ala ovest del castello, ormai quasi del tutto crollata. La leggenda vuole che su una parete di quella stanza fosse rimasta l’impronta della mano insanguinata della giovane baronessa. Quella stessa impronta pare appaia ogni anno la notte del 4 dicembre a ricordo dell’evento , mentre il fantasma senza pace di Laura vaga nel castello.
Altre storie raccontano che il fantasma di Laura appaia tutt’oggi nel castello di Mussumeli, alla ricerca di quel padre che lì si nascose dopo l’omicidio.
Secondo gli abitanti del paese donna Laura apparirebbe in tutti il suo splendore in un abito del 500 dalla gonna di seta ampia e un corpetto sul quale avvolge uno scialle, vagando per le stanze del castello o mentre si reca verso la Cappella dove, una volta giunta, si inginocchia e prega. Forse nella speranza di comprendere ciò che spinse sua padre a quell’orribile gesto.

sabato 14 febbraio 2009

1 Comment:

ginevr@ said...

bellissima storia, complimenti!

 
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